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Tiziana: fiducia e amicizia

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La mia avventura nasce cosi per caso, già donna/ragazza, ero andata da una ginecologa per una visita, per motivi del tutto estranei a quello che poi avrei scoperto.

Questo medico, ottima ecografa, notò qualcosa che non andava al mio utero e con calma mi parlò della Diagnostica medica Malzoni.

A casa c’era una situazione molto particolare, difficile e parlarne con i miei allora non mi sembrò il caso, cosi chiamai in clinica un po’ al buio, allo sbaraglio non conoscendo nulla e nessuno.

Mi ricordo che parlai con una signora che dalla voce poteva essere mia madre con la quale mi aprii senza remore e raccontandole la mia storia piansi perchè ero spaventata e lei affettuosamente mi fece per la prima volta il nome del dott. Perone.

Ricordo che mi disse” Come se fossi mia figlia, ti consiglio di affidarti al dottor Perone”.

Senza pensarci due volte, fissai il mio primo appuntamento.

Mi accompagnò mio fratello, allora andai a Benevento, attesi il mio turno e nel frattempo mi passò davanti un ragazzino (almeno così pensavo) e una ragazza in camice, pensai fossero gli assistenti del dottore, lavorando in un ospedale, è cosa comune per me vedere specializzandi alle prime armi.

Quando arrivò il mio turno mi accorsi che il medico era quel ragazzino e diffidente per un attimo pensai di scappare via ma poi entrai.

Il dottore cercò in tutti i modi di farmi sentire a mio agio ma io ero molto preoccupata.

La visita mise in evidenza circa undici miomi grandi quasi al limite della possibilità di levarli.

Il dottore mi disse chiaramente che non avrei potuto aspettare tanto oltre.

Il problema era “salvare il mio utero”.

Avendo speso tutta la mia vita a studiare non avevo costruito ancora una famiglia.

La mia situazione fu presa subito a cuore dal dottore che cercava di consigliarmi la via giusta.

La cosa che mi colpì ripensandoci quando andai via, fu la necessità che aveva avuto il medico di volermi spiegare a tutti i costi le positività e le negatività dell’operazione che avrei dovuto affrontare, informandomi anche sul come esattamente sarebbe stata eseguita.

Non è cosa comune purtroppo, la chiarezza da parte dei medici, troppe volte ahimè il paziente viene considerato una mente non pensante.

La paura dell’operazione mi portò ad attendere ancora molti mesi prima di prendere la decisione finale di operarmi.

Nel frattempo ho avuto modo di ripensare alla visita e alla sincerità che “a pelle”era trapelata da quel medico.

Quando finalmente mi decisi, i miomi si sentivano anche toccandomi la pancia, come mi fece notare anche il dottor Perone.

Senza perdere altro tempo, mi organizzò l’operazione in un batter d’occhio, non prima però di avermi sgridato come un fratello maggiore, per la mia lunga attesa.

Il dottore mi operò nella Clinica Mediterranea, per venire incontro alle mie esigenze di locazione.

Tutta la mia permanenza in clinica durò tre giorni ed io tornai a lavoro meno di una settimana dopo.

La paura era forte ma non quanto quella di mia madre che non avendo seguito con me tutto l’iter e avendo saputo della mia operazione poco prima, quel giorno si alzò e le venne il colpo della strega!

La simpatia e la gentilezza di tutti gli operatori sanitari a partire dagli infermieiri che mi vennero a prelevare nella mia stanza con la barella quel giorno, la porto da sempre nel mio cuore.

La mia operazione durò diverse ore e a dire del dottor Perone, fu un impresa!

Io mi sono risvegliata dall’anestesia molte ore dopo e mi alzai quasi subito dal letto, gironzolando da una stanza all’altra per sollevare con un sorriso le mie amiche di disavventura di quel giorno.

Solo dopo poi ho saputo che i miei genitori e mio fratello erano stati in pensiero non vedendomi ritornare in stanza e che il dottore mi aveva personalmente accompagnata in barella e spiegato ai miei com’era andata l’operazione.

Ho un ricordo vago del momento in cui ritornai in stanza, ancora stordita dall’anestesia, tutto mi sembrava velato, ricordo che il dottore mi fece una carezza in viso e mi disse “è andata bene, stai tranquilla”.

Un altro caro ricordo che ho di quei giorni, è quello di una signora, un’infermiera che vedendomi saltellare come una ragazzina felice ( perchè liberata di un peso ), da una stanza all’altra, mi riconobbe e mi raccontò che era stata di turno quelle ore in sala operatoria e che aveva, riconoscendomi da un ricciolo biondo che usciva dalla cuffia, assistito spaventata alla mia operazione e non poteva crederci che ero già cosi attiva.

Non sono sicuramente stata una paziente facile per il dottore, ogni piccola preoccupazione, lo chiamavo ma lui ha sempre risposto anche alle domande più stupide che gli ponevo, con grande pazienza e tanta umiltà, che a mio parere fa di lui non solo un bravo medico ma soprattutto un ottima persona.

Ad oggi il dottor Perone rappresenta il mio medico di fiducia e quell’amico che ha una parola buona per qualsiesi situazione.

Tiziana

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